4.10.11

L'intervento di P. Serafino Lanzetta



L’intervento iniziale del Convegno ha visto impegnato P. Serafino Lanzetta, professore al Seminario Teologico Immacolata Mediatrice. La sua interessante relazione è stata centrata nella prospettiva della “Dominus Iesus” (La Dominus Iesus: l'unicità salvifica di Cristo e della Chiesa) , famoso documento della Congregazione della Dottrina della Fede che risale all’anno 2000, anno in cui era Prefetto l’allora Card. Ratzinger.
Dopo aver indicato come questo documento sia una risposta del Magistero ai problemi teologici del pluralismo religioso, P. Lanzetta è passato ad affrontare alcuni nodi importanti che emergono dalla “Dominus Iesus”.

Egli ha messo in evidenza innanzitutto che “mancando in questo variegato panorama teologico denunciato un concetto chiaro di “salvezza”, facilmente la si confonde con le sole aspirazioni umane di liberazione, di progresso, di una certa armonia e pacificazione intramondana. Per molti, il vero dialogo interreligioso, avrebbe raggiunto il suo scopo, quando avesse assicurato a tutte le diverse leadership religiose una convivenza pacifica, in un mondo per sé plurale.
Questa eventuale “reciproca stima” – dice P. Lanzetta – “potrebbe essere un primo passo, ma certamente “non basta per rispondere alla domanda religiosa del “chi è Dio?, come posso incontrarLo?”

Successivamente P. Lanzetta ha affrontato il tema del Convegno ponendo una considerazione molto importante: “spesso, da cinquant’anni a questa parte grossomodo, si è generato un equivoco: il Cristianesimo, come ogni altra religione, non può pretendere l’assolutezza, perché nessuno può vantare di possedere la verità. La verità è sempre più in là di noi stessi. Sì, è vero: la verità ci trascende sempre perché la verità è Dio. Però, mentre ci trascende, non si smarrisce nei tentativi pluralisti di ricercarla. Rimane sempre una e identica.” Ecco perchè c'è solo un possibile pellegrinaggio nella vita: quello che conduce alla verità, a Cristo, il quale viene incontro all'uomo dicendo "Io sono la Via, la Verità e la Vita" (Gv 14,6)
Il problema della verità non è un problema di “quantità, ma di essenza”: “il cristiano – spiega P. Lanzetta - non è un cinico difensore di un titolo di superiorità rispetto agli altri; è piuttosto uno, che in quanto santificato dalla verità, vive in essa, è nella verità, e il suo rimanervi diventa possibilità perché anche altri vi si accostino”.

Dopo un ampio ragionamento teologico, che si potrà apprezzare nella sua interezza negli atti del Convegno, è molto interessante la conclusione di P. Lanzetta: “Oggi, nella nostra Chiesa, bisogna avere il coraggio, dopo tanti anni di tentativi dialogici, talvolta mal riusciti, di dire al mondo non che ci sono più religioni: questo è un dato sociologico, facilmente verificabile, ma che c’è un solo Dio, una sola religio vera, una sola mediazione salvifica. Fermarsi al pluralismo o giustificarlo in tutti i modi non dà ragione del vero problema.  Allora non parlare più di pace? Sì, ma essere anche realisti: essa sarà sempre lontana fino a quando non saremo raggiunti da Colui che ha fatto dei due, dei giudei e dei greci, un solo popolo, abbattendo il muro di separazione, cioè l’inimicizia con Dio per mezzo della Croce.